Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
36 | dialoghi con leucò |
su un capriccio. E lo sai anche tu — quando un dio avvicina un mortale, segue sempre una cosa crudele. Tu stesso hai parlato di Dafne e Atteone.
tànatos Che fu dunque, stavolta?
eros Te l’ho detto, un capriccio. Il Radioso ha voluto giocare. È disceso tra gli uomini e ha visto Iacinto. Per sei giorni è vissuto in Amicle, sei giorni che a Iacinto cambiarono il cuore e rinnovarono la terra. Poi quando al signore venne voglia di andarsene, Iacinto lo guardava smarrito. Allora il disco gli piombò tra gli occhi...
tànatos Chi sa... il Radioso non voleva che piangesse.
eros No. Che cosa sia piangere il Radioso non sa. Lo sappiamo noialtri, dèi e demoni bambini, ch’eravamo già in vita quando l’Olimpo era soltanto un monte brullo. Abbiamo visto molte cose, abbiamo visto piangere anche gli alberi e le pietre. Il signore è diverso. Per lui sei giorni o un’esistenza non fa nulla. Nessuno seppe tutto ciò come Iacinto.
tànatos Credi davvero che Iacinto abbia capito queste cose? Che il signore sia stato per lui altro che un modello, un compagno maggiore, un fratello fidato e venerato? Io l’ho veduto solamente quando tese le mani alla gara — non aveva sulla fronte che fiducia e stupore. Iacinto ignorava chi fosse il Radioso.
eros Tutto può darsi, Tànatos. Può anche darsi che il ragazzo non sapesse di Elino e di Dafne. Dove finisca lo sgomento e incominci la fede, è difficile dire. Ma certo trascorse sei giorni di ansiosa passione.
tànatos Secondo te, che cosa accadde nel suo cuore?
eros Quel che accade a ogni giovane. Ma stavolta l’oggetto dei pensieri e degli atti per un ragazzo fu eccessivo. Nella palestra, nelle stanze, lungo le acque dell’Eurota, parlava con l’ospite, s’accompagnava a lui, lo ascoltava.