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184 | dialoghi con leucò |
mnemòsine Né fastidio né dea, mio caro. Oggi mi piace questo monte, l’Elicona, forse perché tu lo frequenti. Amo stare dove sono gli uomini, ma un poco in disparte. Io non cerco nessuno, e discorro con chi sa parlare.
esiodo O Melete, io non so parlare. E mi par di sapere qualcosa soltanto con te. Nella tua voce e nei tuoi nomi c’è il passato, ogni stagione che ricordo.
mnemòsine In Tessaglia il mio nome era Mneme.
esiodo Qualcuno che parla di te ti dice vecchia come la tartaruga, decrepita e dura. Altri ti fanno ninfa acerba, come il boccio o la nuvola...
mnemòsine Tu che dici?
esiodo Non so. Sei Calliope e sei Mneme. Hai la voce e lo sguardo immortali. Sei come un colle o un corso d’acqua, cui non si chiede se son giovani o vecchi, perché per loro non c’è il tempo. Esistono. Non si sa altro.
mnemòsine Ma anche tu, caro, esisti, e per te l’esistenza vuol dire fastidio e scontento. Come t’immagini la vita di noialtri immortali?
esiodo Non me la immagino, Melete, la venero, come posso, con cuore puro.
mnemòsine Continua, mi piaci.
esiodo Ho detto tutto.
mnemòsine Vi conosco, voi uomini, voi parlate a bocca stretta.
esiodo Non possiamo far altro, davanti agli dèi, che inchinarci.
mnemòsine Lascia stare gli dèi. Io esistevo che non c’erano dèi. Puoi parlare, con me. Tutto mi dicono gli uomini. Adoraci pure se vuoi, ma dimmi come t’immagini ch’io viva.
esiodo Come posso saperlo? Nessuna dea mi ha degnato del suo letto.