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178 | dialoghi con leucò |
amadriade O noi, che c’entriamo?
satiro C’entriamo sí. Siamo la festa, siamo vita per loro. Cercheranno la vita con noi fino all’ultimo.
amadriade Non capisco che vita possiamo dar loro. Non sappiamo nemmeno morire. Tutto quanto sappiamo è guardare. Guardare e sapere. Ma tu dici che loro non guardano e non sanno rassegnarsi. Che altro possono chiederci?
satiro Tante cose, capretta. Per loro noi siamo come bestie selvatiche. Le bestie nascono e muoiono come le foglie. Noi c’intravvedono sparire fra i rami e allora credono di noi non so che divino — che quando fuggiamo a nasconderci siamo la vita che perdura nel bosco — una vita come la loro ma perenne, piú ricca. Cercheranno noi, ti dico. Sarà l’ultima speranza che avranno.
amadriade Con quest’acqua? E che cosa faranno?
satiro Non lo sai che cos’è una speranza? Crederanno che un bosco dove siamo anche noi non potrà andar sommerso. Si diranno che tutti proprio tutti gli uomini non potranno sparire, altrimenti che senso ha esser nati e averci conosciuto? Sapranno che i grandi, gli Olimpici, li vogliono morti, ma che noi come loro come le piccole bestie, siamo insomma la vita la terra la cosa vera che conta. Le loro stagioni si riducono a feste, e noi siamo le feste.
amadriade È comodo. A loro la speranza, a noi il destino. Ma è sciocco.
satiro Non tanto. Qualchecosa salveranno.
amadriade Sí ma chi ha provocato gli dèi grandi? Chi ha fatto tutto quel disordine, che anche il sole si velava la faccia? Tocca a loro, mi pare. Gli sta bene.
satiro Su, capretta, credi proprio a queste cose? Non pensi che, se avessero veramente violata la vita, sarebbe