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(Parlano un satiro e un’amadriade).
amadriade Mi domando cosa dicono di quest’acqua i mortali.
satiro Che ne sanno? La prendono. Qualcuno ci spera magari un migliore raccolto.
amadriade A quest’ora la piena dei fiumi ha cominciato a sradicare le piante. Ormai piove sull’acqua dappertutto.
satiro Stanno tappati nelle grotte e nei tuguri sui monti. Ascoltano piovere. Pensano a quelli delle valli che combattono l’acqua, e s’illudono.
amadriade Fin che dura la notte s’illudono. Ma domani, nella luce paurosa, quando vedranno un solo mare fino al cielo, e le montagne impiccolite, non rientreranno nelle grotte. Guarderanno. Si butteranno un sacco in testa e guarderanno.
satiro Li confondi con le bestie selvatiche. Nessun mortale sa capire che muore e guardare la morte. Bisogna che corra, che pensi, che dica. Che parli a quelli che rimangono.
amadriade Ma stavolta nessuno rimane. Come faranno dunque?
satiro Qui li voglio. Quando sapranno di esser tutti condannati, tutti quanti, si daranno a far festa, vedrai. Magari verranno a cercare noialtri.