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160 | dialoghi con leucò |
leucotea Sono di Tebe, Ariadne. Sono sorella di sua madre.
ariadne Nella mia patria si racconta che sull’Ida nascevano dèi. Nessun mortale è mai salito oltre gli ultimi boschi. Noi temiamo anche l’ombra che cade dal monte. Come posso accettare le cose che dici?
leucotea Tu hai molto osato, piccola. Non era per te come un dio anche colui dai ricci viola?
ariadne Gli ho salvata la vita, a questo dio. Che ne ho avuto?
leucotea Molte cose. Hai tremato e sofferto. Hai pensato a morire. Hai saputo che cosa è un risveglio. Ora sei sola e aspetti un dio.
ariadne E lui com’è? molto crudele?
leucotea Tutti gli dèi sono crudeli. Che vuol dire? Ogni cosa divina è crudele. Distrugge l’essere caduco che resiste. Per svegliarti piú forte, devi cedere al sonno. Nessun dio sa rimpiangere nulla.
ariadne Il dio tebano... questo tuo... hai detto che uccide ridendo?
leucotea Chi gli resiste. Chi gli resiste s’annienta. Ma non è piú spietato degli altri. Sorridere è come il respiro per lui.
ariadne Non è diverso da un mortale.
leucotea Anche questo è un risveglio, bambina. Sarà come amare un luogo, un corso d’acqua, un’ora del giorno. Nessun uomo val tanto. Gli dèi durano finché durano le cose che li fanno. Fin che le capre salteranno tra i pini e i vigneti, ti piacerà e gli piacerai.
ariadne Morirò come tutte le capre.
leucotea Sulle vigne, di notte, ci sono anche stelle. È un dio notturno che ti aspetta. Non temere.