Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
152 | gli argonauti |
no. Poi vinse altre imprese e altri cieli, ed ebbe Antiope, la lunare, un’amazzone indocile. E poi Fedra, luce del giorno, e anche questa si uccise. E poi Elena, figlia di Leda. E altre ancora. Fin che tentò di conquistare Persefòne dalle fauci dell’Ade. Una soltanto non ne volle, che fuggí da Corinto — l’assassina dei figli — la maga, lo sai.
mélita Ma tu, signore, la ricordi. Tu sei piú buono di quel re. Tu da allora non hai piú fatto piangere.
iasone Ho imparato a Corinto, a non essere un dio. E conosco te, Mélita.
mélita O Iasone, che cosa son io?
iasone Una piccola donna marina, che discende dal tempio quando il vecchio la chiama. E anche tu sei la dea.
mélita Io la servo.
iasone L’isola del tuo nome, in occidente, è un gran santuario della dea. Tu lo sai?
mélita È un nome piccolo, signore, che mi han dato per gioco. A volte penso a quei bei nomi delle maghe, delle donne infelici che han pianto per voi...
iasone Megàra Iole Auge Ippòlita Onfàle Deiàneira... Sai chi fecero piangere?
mélita Oh ma quello fu un dio. E adesso vive fra gli dèi.
iasone Cosí si racconta. Povero Eracle. Era anche lui con noi. Non lo invidio.