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(Parlano la Nube e Issione).

la nube  C’è una legge, Issione, cui bisogna ubbidire.

issione  Quassú la legge non arriva, Nefele. Qui la legge è il nevaio, la bufera, la tenebra. E quando viene il giorno chiaro e tu ti accosti leggera alla rupe, è troppo bello per pensarci ancora.

la nube  C’è una legge, Issione, che prima non c’era. Le nubi le aduna una mano piú forte.

issione  Qui non arriva questa mano. Tu stessa, adesso che è sereno, ridi. E quando il cielo s’oscura e urla il vento, che importa la mano che ci sbatte come gòcciole? Accadeva già ai tempi che non c’era padrone. Nulla è mutato sopra i monti. Noi siamo avvezzi a tutto questo.

la nube  Molte cose son mutate sui monti. Lo sa il Pelio, lo sa l’Ossa e l’Olimpo. Lo sanno monti piú selvaggi ancora.

issione  E che cosa è mutato, Nefele, sui monti?

la nube  Né il sole né l’acqua, Issione. La sorte dell’uomo, è mutata. Ci sono dei mostri. Un limite è posto a voi uomini. L’acqua, il vento, la rupe e la nuvola non son piú cosa vostra, non potete piú stringerli a voi generando e vivendo. Altre mani ormai tengono il mondo. C’è una legge, Issione.

issione  Quale legge?