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144 | dialoghi con leucò |
polideute E che ha poi fatto di terribile Ippodamia?
castore Trattava gli uomini come i cavalli. Convinse l’auriga ad ucciderle il padre. Fece uccidere da Pélope l’auriga. Mise al mondo i fratelli omicidi. Diede il via a un torrente di sangue. Non fuggí dalle case, questo sí.
polideute Ma non dicevi che la colpa fu di Pélope?
castore Dicevo che a Pélope e ai suoi sono piaciute donne simili. Ch’eran fatte per loro.
polideute Elena non uccide, e non fa uccidere.
castore Ne sei certo, fratello? Ricòrdati quando l’abbiamo ritolta a Teseo — tre cavalli che correvano il bosco. Se non ci uccidemmo, fu perché come a ragazzi ci parve quasi di giocare. E, adesso, tu stesso ti chiedi quanto sangue verseranno gli Atridi.
polideute Ma lei non istiga nessuno...
castore Credi tu che Ippodamia istigasse l’auriga? Lei sorrise al suo servo e gli disse che il padre la voleva per sé. E non disse nemmeno che a lei dispiaceva... Per uccidere basta uno sguardo. Poi quando Mírtilo si vide giocato dal figlio di Tantalo e volle gridare, bastò che Ippodamia dicesse al marito: «Lui sa ogni cosa di Enomào. Stacci attento». I Pelopidi godono di parole simili.
polideute Tutte le donne dunque uccidono?
castore Non tutte. Ce ne sono che chinano il capo, e la vita asservisce. Ma la rocca scatena anche queste. I Pelopidi uccidono e vengono uccisi. Hanno bisogno di frustare o esser frustati.
polideute Nostra sorella si accontenta di fuggire,
castore Tu lo credi, fratello? Ricorda Aeròpe, la moglie di Atreo...
polideute Ma Aeròpe fu uccisa nel mare.
castore Non senza aver prima istigato l’amante a rubare i tesori. Ecco una donna che la rocca rese folle. Una