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(Parlano Castore e Polideute).
castore Ricordi, Poli, quando l’abbiamo tolta dalle mani di Teseo?
polideute Valeva la pena...
castore Allora era una bambina, e mi ricordo che correndo nella notte pensavo allo spavento che doveva provare in quel bosco sul cavallo di Teseo, inseguita da noi... Eravamo ingenui.
polideute Adesso si è messa al sicuro.
castore Adesso ha la forza dei Frigi e dei Dàrdani. Ha messo il mare tra sé e noi.
polideute Passeremo anche il mare.
castore Io ne ho abbastanza, Polideute. Non tocca piú a noi. Ora è faccenda degli Atridi.
polideute Passeremo il mare.
castore Convínciti, Poli. Non vale la pena. Non essere ingenuo. Lascia fare agli Atridi — l’avvenire li riguarda.
polideute Ma è nostra sorella.
castore Dovevamo saperlo che a Sparta non sarebbe rimasta. Non è donna da vivere in fondo a una reggia.
polideute E che altro vuole, Castore?
castore Non vuole nulla. È proprio questo. È la bambina ch’era allora. È incapace di prender sul serio un marito o una casa. Ma non serve rincorrerla. Vedrai che un giorno tornerà con noi.