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136 | dialoghi con leucò |
lelego Tu lo sapevi, Teseo?
teseo Press’a poco... La mia scure non falla.
lelego Perché parli esitando?
teseo Non parlo esitando. Penso alla gente che ignoravo e al grande monte e a quello che noi fummo nell’isola. Penso agli ultimi giorni nella reggia, quella casa tutta fatta di piazze, e i soldati mi chiamavano il re-toro, ricordi? Quel che si uccide si diventa, nell’isola. Cominciavo a capirli. Poi ci dissero che nei boschi dell’Ida c’eran le grotte degli dèi, dove nascevano e morivano gli dèi. Capisci, Lelego? in quell’isola si uccidono gli dèi, come le bestie. E chi li uccide si fa dio. Noi allora tentammo salire sull’Ida...
lelego Si ha coraggio, lontano da casa.
teseo E ci dissero cose incredibili. Le loro donne, quelle grandi donne bionde che passavano il mattino stese al sole sui terrazzi della reggia, salgono a notte sui prati dell’Ida e abbraccian gli alberi e le bestie. Ci restavano, a volte.
lelego Solamente le donne han coraggio nell’isola. Tu lo sai, Teseo.
teseo C’è una cosa, che so. Preferisco le donne che stanno al telaio.
lelego Ma nell’isola non hanno telai. Compran tutto sul mare. Che vuoi che facciano le donne?
teseo Non pensare agli dèi maturandosi al sole. Non cercare il divino nei tronchi e nel mare. Non rincorrere i tori. Prima ho creduto che la colpa ce l’avessero i padri, quei mercanti ingegnosi che si vestono come le donne e gli piace vedere i ragazzi volteggiare sui tori. Ma non è questo, non è tutto. È un altro sangue. Ci fu un tempo che l’Ida non conobbe che dee. Che una dea. Era il sole, era i tronchi, era il mare. E davanti alla dea gli dèi e gli