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114 l'isola

(Parlano Calipso e Odisseo).

calipso   Odisseo, non c’è nulla di molto diverso. Anche tu come me vuoi fermarti su un’isola. Hai veduto e patito ogni cosa. Io forse un giorno ti dirò quel che ho patito. Tutti e due siamo stanchi di un grosso destino. Perché continuare? Che t’importa che l’isola non sia quella che cercavi? Qui mai nulla succede. C’è un po’ di terra e un orizzonte. Qui puoi vivere sempre.

odisseo   Una vita immortale.

calipso   Immortale è chi accetta l’istante. Chi non conosce piú un domani. Ma se ti piace la parola, dilla. Tu sei davvero a questo punto?

odisseo   Io credevo immortale chi non teme la morte.

calipso   Chi non spera di vivere. Certo, quasi lo sei. Hai patito molto anche tu. Ma perché questa smania di tornartene a casa? Sei ancora inquieto. Perché i discorsi che da solo vai facendo tra gli scogli?

odisseo   Se domani io partissi tu saresti infelice?

calipso   Vuoi saper troppo, caro. Diciamo che sono immortale. Ma se tu non rinunci ai tuoi ricordi e ai sogni, se non deponi la smania e non accetti l’orizzonte, non uscirai da quel destino che conosci.

odisseo   Si tratta sempre di accettare un orizzonte. E ottenere che cosa?

calipso   Ma posare la testa e tacere, Odisseo. Ti sei mai