Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
108 | dialoghi con leucò |
cammina giorno e notte è sempre in mezzo alle montagne? A me hanno detto che lassú non piove mai.
padre Dappertutto stanotte ci sono i falò.
figlio Perché adesso non piove? I falò li hanno accesi.
padre È la festa, ragazzo. Se piovesse li spegnerebbe. A chi conviene? Pioverà domani.
figlio E sui falò mentre ancora bruciavano non è mai piovuto?
padre Chi lo sa? Tu non eri ancor nato e io nemmeno, e già accendevano i falò. Sempre stanotte. Si dice che una volta è piovuto, sul falò.
figlio Sí?
padre Ma è stato quando l’uomo viveva piú giusto che adesso, e anche i figli del re eran pastori. Tutta questa terra era come l’aia, allora, pulita e battuta, e ubbidiva al re Atamante. Si lavorava e si viveva e non c’era bisogno di nascondere i capretti al padrone. Dicono che venne una tremenda canicola e cosí i pascoli e i pozzi seccarono e la gente moriva. I falò non servivano a niente. Allora Atamante chiese consiglio. Ma era vecchio e aveva in casa da poco una sposa, giovane che comandava, e cominciò a empirgli la testa che non era il momento di mostrarsi molle, di perdere il credito. Avevano pregato e spruzzato? Sí. Avevano ucciso il vitello e il toro, molti tori? Sí. Che cos’era seguito? Niente. Dunque offrissero i figli. Capisci? Ma non mica i suoi di lei, che non li aveva: figurarsi; i due figli già grandi della prima moglie, due ragazzi che lavoravano in campagna tutto il giorno. E Atamante, balordo, si decise: li manda a chiamare. Quelli capiscono, si sa, i figli del re non sono scemi, e allora gambe. E con loro sparirono le prime nuvole, che appena saputa una cosa simile un dio aveva mandato sulla campagna. E subito quella strega a dire: «Vedete? l’idea era