Pagina:Pavese - Dialoghi con Leucò.djvu/108

104 dialoghi con leucò


in vita a goderci la messe, e che muoiano gli altri. Tu non sei contadino.

eracle   Ma non sarebbe anche piú giusto trovare il modo di por fine alle uccisioni e che tutti, stranieri e paesani, mangiassero il grano? Uccidere un’ultima volta chi da solo fecondasse per sempre la terra e le nubi e la forza del sole su questa piana?

litierse   Tu non sei contadino, lo vedo. Non sai nemmeno che la terra ricomincia a ogni solstizio e che il giro dell’anno esaurisce ogni cosa.

eracle   Ma ci sarà su questa piana chi si è nutrito, risalendo i suoi padri, di tutti i succhi delle stagioni, chi è tanto ricco e tanto forte e di sangue cosí generoso, da bastare una volta per tutte a rifare la terra delle stagioni passate?

litierse   Tu mi fai ridere, straniero. Sembra quasi che parli di me. Sono il solo in Celene che, attraverso i miei padri, sono sempre vissuto quaggiú. Sono il signore, e tu lo sai.

eracle   Parlo infatti di te. Mieteremo, Litierse. Sono venuto dalla Grecia per quest’opera di sangue. Mieteremo. E stasera rientrerai nella grotta.

litierse   Vuoi uccidere me, sul mio campo?

eracle   Voglio combattere con te fino a morte.

litierse   Sai almeno menarla la falce, straniero?

eracle   Stai tranquillo, Litierse. Fatti sotto.

litierse   Certo, le braccia le hai robuste.

eracle   Fatti sotto.