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96 | dialoghi con leucò |
primo cacciatore Non è un cadavere, è soltanto una carcassa. Ma dobbiamo scuoiarlo, altrimenti ci diventa piú duro di un sasso.
secondo cacciatore Mi domando se, presa la pelle, si dovrà sotterrarlo. Una volta era un uomo. Il suo sangue ferino l’ha sparso nel fango. E resterà quel mucchio nudo di ossa e carne come di un vecchio o di un bambino.
primo cacciatore Che fosse vecchio non hai torto. Era già lupo quando ancora le montagne eran deserte. S’era fatto piú vecchio dei tronchi canuti e muffiti. Chi si ricorda ch’ebbe un nome e fu qualcuno? Se vogliamo essere schietti, avrebbe dovuto esser morto da un pezzo.
secondo cacciatore Ma il suo corpo restare insepolto... Fu Licaone, un cacciatore come noi.
primo cacciatore A ciascuno di noi può toccare la morte sui monti, e nessuno trovarci mai piú se non la pioggia o l’avvoltoio. Se fu davvero un cacciatore, è morto male.
secondo cacciatore Si è difeso da vecchio, con gli occhi. Ma tu in fondo non credi che sia stato tuo simile. Non credi al suo nome. Se lo credessi, non vorresti insultarne il cadavere perché sapresti che anche lui spregiava i morti, anche lui visse torvo e inumano — non per altro il Signore dei monti ne fece una belva.
primo cacciatore Si racconta di lui che cuoceva i suoi simili.
secondo cacciatore Conosco uomini che han fatto molto meno, e sono lupi — non gli manca che l’urlo e rintanarsi nei boschi. Sei cosí certo di te stesso da non sentirti qualche volta Licaone come lui? Tutti noialtri abbiamo giorni che, se un dio ci toccasse, urleremmo e saremmo alla gola di chi ci resiste. Che cos’è che ci salva se non che al risveglio ci ritroviamo queste mani e questa bocca e questa voce? Ma lui non ebbe scappatoie — lasciò per