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54 | parte prima |
Aitante della persona, bellissimo per linee ed espressione del volto, egli ci dormiva vicino di branda, nel camerone che raccoglieva tutt’i volontari. Cotesta branda era corta corta, così ch’egli, il più alto di tutti noi, era costretto a tenere fuori di quella i piedi, se non voleva dormire acciambellato come in una cuccia.
Quella branda poteva paragonarsi ai famosi letti del masnadiero Damaste Procuste, ucciso da Teseo, il quale tagliava le gambe, o allungava il collo a’ suoi ospiti, per ridurli alla misura dei letti.
Duca Guido Visconti di Modrone.
E non era questo il solo tormento di quei giacigli. Ce n’era un altro — forse non noto agli ospiti disgraziati del crudele Procuste — certi animaletti immondi, e insidiosi, che ci obbligavano alla insonnia, per dar loro la caccia notturna. Una caccia, uno sport di nuovo genere; il quale consisteva nel far gocciolare il liquido caldo dei nostri mozziconi di candele steariche, dentro tutti i fori, e forellini visibili della branda; facendone una poco olezzante miscela; una specie di fusione cui, fino allora, nè l’arte dei profumieri, nè quella dei fonditori, era arrivata.