Pagina:Patria Esercito Re.djvu/63


i volontari 45

Ma frattanto, la polizia prendeva le sue note!....

E il dì dopo?.... Ecco principiare l’esodo della gioventù Milanese e Lombarda; così che nella prima metà di febbraio, si può dire che a Milano non passeggiassero più che le donne, i bimbi, i vecchi e gl’invalidi.

Da Como, da Magenta, dai monti, dai piani; chi a piedi, chi per barca, chi per baroccio, tutti ripararono sotto il libero orizzonte della ospitale Torino.



Non solamente, s’intende, milanesi, e lombardi furono i volontari che accorsero a Torino nel 1859; ma era il fior fiore della gioventù di tutta Italia, e specialmente della veneta.

Anzi, a proposito dei volontari della Venezia — uscita la prima edizione di questo libro — ricevemmo, anonima, la seguente lettera:

“Nell’interessante sua pubblicazione Patria-Esercito-Re, trovo menzionate alcune persone, indiscutibilmente degne di essere ricordate; ma ne rilevo ommesse altre di pari merito.

“Io non so da quale critero V. S. I. sia partito, nella scelta dei nomi di tanti bravi giovani che, con molta abnegazione, e non pochi sacrifici, contribuirono efficacemente al riscatto nazionale; tuttavolta, se trattasi di semplice dimenticanza, permetta, a chi per delicatezza vuole serbare l’incognito, rammentarle dei nomi, i quali avrebbero dovuto trovare un posticino nel suo volume. Sono fra’ più distinti, ed Ella, se ne convincerà tosto, scorrendo l’elenco, che qui, a maggiore affermazione, le unisco.„

L’elenco anonimo portava solamente i nomi di: Paulo Fambri, che nel 1859 si arruolò nel Genio; di Alessandro Zeno, entrato in Piemonte Reale; di Giacomo Rossi, nello stesso reggimento; di Ferdinando Policreti,