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24 | parte prima |
mente al servizio Austriaco, ed ai quali non si estende il perdono generale accordato da S. E. il Feld-maresciallo conte Radetzky, dovranno lasciare la città di Venezia, ed in generale l’Impero Austriaco; e si stabilirà, d’accordo col Municipio di Venezia, il modo del loro trasporto altrove, per via di mare, a carico del Municipio stesso.
Queste sono le ultime condizioni, che S. E. il Feld-maresciallo conte Radetzky trova di accordare; ritenuto però, che, se entro otto giorni non vengono accettate, dovranno ritenersi come non avvenute.
Quando venissero accettate, basterà che ne sia fatto consapevole S. E. il tenente-maresciallo conte Thurn, comandante il II Corpo d’armata; ed in allora S. E. il conte Radetzky, si darà prontamente la cura di recarsi a Mestre per combinare la esecuzione, insieme ai Commissarii che verranno spediti come incaricati di assistervi.
Io pure vi assisterò, e mi sarà sommamente grato di avere contribuito a salvare Venezia da quei disastri, ai quali, colla guerra, avrebbe dovuto miseramente soggiacere.
Milano, 23 giugno 1849.
L’I. R. Ministro del commercio |
A queste condizioni finali, susseguì, per ultimo, la seguente spartana risposta:
- “Eccellenza!
Ho comunicato all’Assemblea dei rappresentanti, il rapporto che i signori Calucci e Pasini fecero al Governo, intorno alle conferenze avute con V. E. in Verona i giorni 21 e 22 giugno, e la lettere che mi faceste l’onore di scrivere il dì 10 da Milano; e l’Assemblea stessa, nella