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394 | parte seconda |
anche quello del Comune di S. Massimo all’Adige — del quale il Chievo è una frazione, — deliberando d’intitolare, al nome venerato dell’estinto Sovrano, la piazza maggiore del paese e la strada che mette direttamente alla villa. E parve opportuna e patriottica la scelta del 16 ottobre, siccome quella che richiamava al pensiero il fausto giorno in cui Verona, plaudente e giubilante, vide sventolare dentro le sue mura il Tricolore italiano, ornato dall’emblema caro di quella Casa che registra nelle pagine immortali della sua storia otto secoli di glorie, e di ogni più fulgida virtù militare e civile.
Questa Casa di Savoja, antica quercia, difesa oggi d’Italia, dentro i rami della quale, nessun genio malefico, anche uscito dall’inferno, avrebbe ardito mai di preconizzare il nome di un Re assassinato!
Nella lapide esterna, murata a sommo del balcone che metteva nelle stanze abitate allora da S. M. il Re, leggesi:
UMBERTO PRIMO
IL RE PRODE — GENEROSO — LEALE
NEGLI ANNI 1887 E 1897
VOLLE DI QUESTA CASA FARE LA SUA DIMORA
QUI DI LUI TUTTO PARLA
E QUI TORNANDO
LA GRANDE OMBRA VENERATA E CARA
UDRÀ DA OGNI PARTE RIPETUTO IL PROPRIO NOME
ETERNAMENTE ACCOMPAGNATO
DA UNO SCROSCIO DI PIANTO.