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agonia di una repubblica | 23 |
Dopo la conferenza che abbiamo avuto in Verona, nei giorni 21 e 22 corrente mese, cogli incaricati signori Calucci e Pasini, avvisai superfluo di ritenere ancora l’argomento della futura condizione politica di Venezia, giacchè ogni migliore illustrazione in proposito può aversi, e dai precedenti miei fogli, e dagli stessi signori prenominati, ai quali, anche verbalmente, non mancai di progredire nell’argomento le più date e precise spiegazioni.
Relativamente poi agli altri oggetti, sui quali si aggirano parimenti le conferenze testè avute coi signori incaricati Calucci e Pasini, mi affretto a dichiarare, di concerto con S. E. il Feld-maresciallo conte Radetzky, che, ritenute ferme le condizioni accordate dalla E. S. nel proclama del 4 maggio p. p., nulla osta di accordare e determinare ulteriormente quanto segue:
La detta Carta avrà corso legale soltanto in Venezia, per l’accennato diminuito valore, fino a tanto che, d’accordo col Veneto Municipio, sarà ritirata e sostituita; il che dovrà aver luogo entro breve spazio di tempo. L’ammortizzazione poi di questa nuova Carta, dovrà seguire a tutto peso del Municipio, mediante la già decretata annua sovraimposta, in ragione di centesimi 20 per ogni lira d’estimo, e con altre misure sussidiarie, onde affrettare la totale estinzione, prevalendosi anche della creata Banca Nazionale Veneta, che viene a tale effetto conservata.
In riguardo di questo aggravio, non saranno inflitte multe di guerra, ritenendo però ferme quelle che furono già inflitte ad alcuni abitanti di Venezia relativamente ai loro possessi di terra ferma.