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dieci anni dopo 377

Un lungo, scrosciante, interminabile evviva, erompe unisono da quei cinquantamila petti. Migliaja di bandierine tricolori, dispensate all’entrata, si agitano dalle gradinate, dagli spalti, dalla platea. Mille e mille mani si protendono verso il Re in atto di saluto. E tutto un agitarsi convulso, dinamico, che pare comunichi la sua elettricità.... persino a quegli antichi ruderi pagani!

S. M. il Re, a quella vista, si arresta. Si guarda intorno attonito, quasi trasognato. Poi, volgendosi verso di noi che lo seguivamo da presso, esclama:

— È meraviglioso!

Così dicendo, si dirige alla Loggia Reale: dove, fra un vero giardino di fiori lussureggianti e gentili, spiccano fra tutti, le giunoniche forme della bionda marchesa Carlotti, figlia di Rudinì, fattasi da poco tempo veronese, e venuta apposta dalla riviera del Garda per rendere, accanto al padre, omaggio al Sovrano.

Ma intorno a cotesto spettacolo, unico in Italia, non e’ indugiamo a dire di più — perchè troppo ci sarebbe da scrivere; e le descrizioni, noiose sempre, sono noiosissime verso la fine. Lasciamo dunque intonare nel circo l’Inno patriottico musicato dal Riva; battiamo le mani anco noi, e sbalorditi e commossi dello spettacolo immenso, riprendiamo dietro a S. M. la via del Chievo, assorti ancora come in un sogno.

Al pranzo di quel giorno, il Re invitava anche il Presidente del Consiglio; il quale venuto con noi all’Arena, non ebbe manco il tempo di vestirsi, e fu obbligato a mandarsi a prendere, lì per lì all’albergo, l’abito nero... e il piccolo Collare dell’Annunciata.

Ma la venuta improvvisa del marchese di Rudinì, scombussolò la disposizione dei posti a tavola...

Affare grosso!... Si trattava di precedenze... e che precedenze!

Il Gran Mastro dovette dunque togliere dalla destra di S. M., il ministro della guerra, e collocare al suo posto il Presidente del Consiglio.

Quando si dice delle combinazioni! — Pochi mesi dopo, era il non più ministro della guerra Pelloux, che con un Chassé-croisé.... politico, toglieva il posto al marchese di Rudinì, e diventava.... Presidente del Consiglio.