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18 | parte prima |
Manin rispondeva:
Venezia, 31 maggio, 1849.
Nella mia lettera del 5 corrente, io avevo l’onore di annunziare a S. E. il Feld-Maresciallo conte Radetzky, che dal Governo provvisorio di Venezia, erano stati invocati i buoni uffici del Governo francese ed inglese; affinchè, continuando la loro opera di mediazione, contribuissero ad ottenere, per questo paese, una conveniente condizione politica; ed entrare in trattative dirette col Gabinetto di Vienna, qualora esso Feld-maresciallo, trovasse ciò opportuno per conseguire uno scioglimento più facile e pronto; che è quanto dire, per ottenere più praticamente, e più facilmente, che fosse accordato a Venezia una conveniente condizione politica.
S. E. il Feld-maresciallo, nella Sua replica del 6 corrente, rifiutando l’idea di ogni mediazione, nulla diceva rispetto le trattative dirette; le quali sembrarono anche escluse da S. E. il ministro degli Affari Esteri a Vienna, che veniva sul proposito interpellato dall’Ambasciatore francese ivi residente.
Ora, la E. V. con la Sua lettera d’oggi, dichiara d’essere autorizzato a trattare col Governo di Venezia; ond’io, ottenutane speciale autorizzazione dall’Assemblea dei rappresentanti di questa popolazione, ho l’onore di comunicare alla E. V. che sono pronto e disposto ad intavolare le pratiche occorrenti per divenire a un componimento, che assicuri una conveniente condizione politica al mio paese; e a tal fine, prego la E. V. che si compiaccia accordare regolare salvacondotto a due cittadini di mia confidenza, che a questo effetto si porteranno a Milano, o in quell’altro luogo che alla E. V. sembrerà più conveniente.
Gradisca la E. V. ecc. ecc.
Manin„.
I due cittadini scelti furono, per la prima volta, Giuseppe Calucci e Giorgio Foscolo. Lunghe furono le pratiche verbali e scritte da ambo le parti; tanto che, pur troppo, il rancido proverbio: che le cose lunghe diventano serpi, non ebbe mai, più dolorosa affermazione.
Le trattative si svolsero su tre proposte, messe avanti dal ministro De Bruck; ma non ancora approvate dal Gabinetto di Vienna. Eccole:
— Costituzione di un Regno Lombardo-Veneto, con appositi Statuti.
— Divisione in due grandi sezioni, una Veneta, una Lombarda.
— Venezia, città Imperiale, con un proprio regime municipale.
Tali trattative, scritte a verbale, dovevano durare non oltre il 9 di giugno. Prima della quale data, tornati dalla conferenza i due incaricati,