![]() |
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. | ![]() |
dieci anni dopo | 335 |
vine nostro Sovrano, saprà dare migliore, e più artistica forma, a cotesto simbolo della sua sovranità, e della sua Casa.
Dunque pioveva e tirava vento; ma il Re fingeva non avvedersene. Rimase là per un’ora buona, seguendo tutte le mosse dei reggimenti, che si agitavano in un vero pantano. Perocchè l’acqua veniva giù a catinelle; e, ajutata dal vento, s’infiltrava anche sotto le nostre uniformi, riempiva i gambali, facendoci fare una cura Kneipp gratis, ma poco igienica.
![](http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/1/1c/Patria_Esercito_Re_p353.jpg/420px-Patria_Esercito_Re_p353.jpg)
Quel vento poi, quel vento era proprio nojoso!.. Esso, in compagnia di una pioggia minuta, insistente, ci accompagnò anche sul monte Croce; dove ripiantato lo stendardo, si rimase immobili un’altra buona oretta.
— Meno male che tira un po’ di vento! — disse il generale Ponzio Vaglia che m’era vicino. — Questo ci fa due servizi: serve ad asciugarci la bagnata di fuori, e insieme la sudata di dentro...
Confesso che di questa doppia utilità d’Eolo, che serve di essiccatoio di fuori e di dentro, era la prima volta che ne udivo a parlare. Ma chi vive impara.
Intanto scoccarono le undici. Il sole, a furia di combattimenti e di finte manovre colle nubi, si aperse fra quelle uno spiraglio momentaneo