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dieci anni dopo | 329 |
rente da quella di dieci anni prima; specie nella qualità dei pesci grossi, e di quelli mezzani. Molto più numerosa era, invece, quella dei pesci piccoli, bipedi e anche dei quadrupedi. Il tutto rallegrato dalla presenza di sessanta bei corazzieri, meraviglia degli uomini e sospiro di molte fanciulle.
Questa volta, fra villa e annessi, si calcola che dormissero non meno di dugentocinquanta persone. Pareva un mondo nuovo; era una fantasmagoria; e chi ricorda di quei giorni l’animazione, il quadro lucente per armi e ornamenti, il movimento delle carrozze e dei cavalli nella corte; lo svariato intreccio di tante divise nostrane e straniere.... e quel buon Re, là costantemente sulla soglia d’entrata, prima e dopo colazione, prima e dopo pranzo; ricorda uno dei quadri più belli che uno possa aver goduti nel corso della vita.
Al posto del tenente generale conte Raffaele Fasi, passato a migliore, — ma non so se altrettanto gloriosa — vita, era stato nominato primo aiutante di Campo, il tenente generale Ponzio Vaglia; a questi veniva dietro l’altro tenente generale conte Coriolano Ponza di S. Martino — ministro poi della guerra — un nome celebre nella storia del regno di Sardegna, il quale dovette, certo, ogni giorno rimpiangere, sul suo letto di spine della Piletta, i bei giorni passati al Chievo accanto al suo Re. — Veniva poi il maggior generale Appelius — quello stesso che, dieci anni addietro, era stato Capo di Stato Maggiore del generale Pianell — e, per ultimo, i due tenenti colonnelli di cavalleria: nobile Luigi Greppi, oggi generale, e il povero colonnello Santi — immaturamente morto dopo poco tempo. — Veniva finalmente il capitano di Corvetta conte Paolo Revel, un simpatico rampollo,