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re umberto al chievo 319

— Viva Umberto!... Viva Savoja! — Non c’era labbro che non ripetesse quel grido.

Il diapason dell’entusiasmo popolare aveva la sua rivelazione persino nei trasparenti delle finestre dell’ex deputato, e non ancora Sindaco, avvocato Augusto Caperle; sui quali trasparenti si leggevano — chi l’avrebbe detto vent’anni dopo! — i detti celebri:

“— Ho fatto il mio dovere! — Roma intangibile! — Sempre avanti Savoia!...„ — e via dicendo.

Uh, quei trasparenti! se li vedesse a brillare oggi l’avvocato Sirio, il bollente socialista, figlio di lui!?

Durante la girata in città, le associazioni s’erano schierate sotto il vasto porticato della Gran Guardia colle loro bandiere, e — come lasciarle a casa? — ognuno colle proprie medaglie.

Allo scoccare delle nove, sbucano dalla via Leoncino le carrozze cogli assessori; ed ecco le cappe nere che fanno da battistrada al Sovrano.



Il figlio di Vittorio Emanuele passa davanti al monumento equestre del suo gran padre; s’alza in piedi e devotamente saluta.

L’enorme folla applaude.

La fontana di piazza Bra, sfavillante sotto i raggi elettrici, par che