Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
316 | parte seconda |
Solamente i pranzi, diremo così, ufficiali — quelli per i quali veniva tolta dalle casse la storica tovaglia Napoleonica di sessanta e sino di ottanta convitati — venivano invece dati nella sala d’armi. Questa sala, compresi i riparti laterali, misurava oltre quaranta metri; spazio nel quale, con rapidità fulminea, e sotto la direzione del bravo Galli, venivano imbastite, e una contro l’altra fortemente assicurate, sei od otto tavole d’abete costrutte prima dell’arrivo; le quali, in un gesummaria, finito il pranzo, sparivano come per incanto senza lasciare la traccia di una sola bricciola.
Il dopo pranzo di quello stesso giorno, S. M, volle che lo si accompagnasse su, al secondo piano — in guardaroba — per vedere da una di quelle finestre, l’effetto della luce elettrica che dal forte Lugagnano projettava i suoi raggi sulle opere di attacco, che andava costruendo di notte la parte avversaria assediante.
— È una scala brutta e stretta, Maestà...
— Non importa... andiamo!
Si salì dunque al secondo piano, entrando nel locale della guardaroba,