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re umberto al chievo 289

società veronese; e al Chievo rimane, fra l’altre, famosa la rappresentazione delle Cerimonie data in presenza del principe Elettore di Baviera; il quale, sotto il nome di conte Draumitz, passava quivi una contumacia di quaranta giorni, perchè proveniente dai confini Germanici, dove correva rumore di peste. Ed erano valenti in quell’arte i Bevilacqua, i Gherardini, i Pindemonte, i Corsini, i Marioni: e fra le dame, la Pellegrini, la Montanari, la Strozzi, la Carminati: e, ripeto, quella Silvia Guastaverza, già lodata, attrice e poetessa, onore di Verona e del suo sesso.



Ma al Chievo, colla morte avvenuta nel 1795 del suo proprietario Marco Marioni, ebbe termine anche quello che il buon Da Persico chiamava solazzevole passatempo.

Calò il sipario per sempre su que’ giorni beati della cipria e delle ultime code.... e calò a tempo!

Perocchè una nuova, e davvero originale, tragedia autentica poteva venire rappresentata, solamente due anni più tardi, su quelle scene, dai