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eroismo e sacrificio 273

Non posso continuare, continuerò quando saprò di essere più calmo.

Per ora non mi resta che stringere al cuore l’anello di Carlo, e pregare per l’anima sua!

Cercate di consolarvi e facciamoci coraggio.

Un bacio a mamma, papà e Momolo, sorella e Madame.

vostro Giannino.„


Il cuore trema davvero, pensando che codesta lettera, in data 25 febbraio, era scritta otto giorni prima che Giannino Frigerio cadesse coll’arma in pugno, accanto al suo generale nella fatale giornata d’Adua!



Le prime notizie del disastro, e della morte del generoso giovane milanese, vennero comunicate dal Ministro della Guerra al Sindaco di Milano, pochi giorni dopo la battaglia.

Era così pietoso il caso di quella morte, avvenuta a breve distanza da quella del fratello maggiore, che i cuori non reggevano a credere il vero! E, davanti alla terribile realtà, e padre e madre, in sulle prime, chiusero gli occhi per non vedere!

Il solo pensiero mette spavento!

Dopo la notizia sommaria del disastro, e della sparizione del povero Giannino, mancando i particolari, il campo delle illusioni — per quest’ultimo come per il giovane Bocconi — era rimasto aperto. Tranne che, per il Bocconi, lo sgomento, l’angoscia, la speranza, il disinganno durarono più a lungo.

Ma e per l’uno e per l’altro, si rassomigliarono.

— E se fosse solamente ferito?... E se fosse prigioniero?...

Si! per Giannino, i momenti delle speranze furono brevi. Dopo soli quattro giorni, l’ultimo raggio si spense! Perduta la speme, subentrò nel cuore dei parenti la smania, il bisogno di avere, almeno, da qualche testimonio oculare, i particolari del triste fatto.

E a tale bisogno, rispose la seguente lettera:


COMANDO

del Corpo di Stato Maggiore


Roma, 4 Marzo.

Illustrissima Signora,

Ho l’onore di trascriverle il brano di una lettera a me diretta dal generale Albertone da Adis Abeba.

“Il sottotenente Frigerio da Milano, mio ufficiale d’ordinanza, cadeva