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272 | parte prima |
che gli aveva dato l’ultimo bacio la sera della partenza, cadeva gravemente malato; e, in pochi giorni, assalito da un fiero morbo, moriva, sprofondando, in un dolore che non si descrive, la madre, il padre, tutta la famiglia, gli amici.
Giannino, informato della grave malattia del fratello, passò ore di dubbio angoscioso, per la difficoltà delle trasmissioni telegrafiche. Finchè un giorno — triste giorno! — ricevette dal Comando generale di Massaua il terribile annuncio della morte del fratello. Ne rimase fulminato, e, sotto la terribile impressione, sentì il bisogno di scrivere subito, colla matita, ai parenti lontani, la lettera, che qui riproduciamo:
Enda Gabriel, 21 Febbraio 1896.
“Tremo nello scrivervi queste poche righe.
La notizia mi giunge ora (ore 2) ed ha prodotto in me il più forte dei dolori. Non dico quanto soffro per non far soffrire maggiormente voi — Questo è certo il più brutto giorno della mia vita! Il nome di Carlo rimarrà sempre stampato nel cuore di tutti noi. — Povero fratello mio!... Carlo mi ha sempre voluto un bene immenso — aveva un cuore grandissimo, e diede a me sempre dei buonissimi consigli.
Io l’adoravo, e sapendolo ammalato avrei fatto qualunque sacrificio per vegliarlo giorno e notte.
Purtroppo, e per colpa mia, mi trovo in un paese lontano, dove nessuno mi può consolare.
Le notizie mi giungevano sempre un giorno in ritardo; il Comando poi, sapendomi tanto addolorato, esitava a farmi pervenire i telegrammi.
Ora riconosco il fallo di avervi lasciati!
Ma chi pensava allora che la famiglia avrebbe avuto una simile disgrazia?
Iddio lo ha voluto.
Mamma, Carlo è in Paradiso! — Fatti coraggio — sia forte come cerco di esserlo io pure.
Tu sei il modello di madre, immagino quanto hai fatto per salvare il tuo figlio. — Mentre tu stavi con papà a vegliarlo, io soffrivo, e con un pianto continuo pregavo fervidamente Iddio!
Ed ora, che voi tutti state affranti, col cuore afflitto, non aumentate il vostro dolore preoccupandovi troppo di me. — Non nego ch’io sono al contatto col nemico, ma il Signore mi proteggerà tenendomi lontano da ogni pericolo. — La guerra finirà, e verrà il giorno ch’io potrò, abbracciandovi, piangere con voi, e baciare più volte quella fredda pietra, ultima dimora del nostro caro.