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268 parte prima

fatto. Luigi amava teneramente i genitori; le sue lettere alla madre rivelano tuttaquanta la nobiltà del suo sentire.

Maggiore dei tre fratelli, compì l’anno di volontariato negli Alpini: poi, dati gli esami, fu promosso ufficiale di complemento.

“Come sai„ — egli in quel tempo scriveva ad un amico — “fui congedato sergente; ma l’idea di fare, per avventura, la guerra in simile condizione, e rimanere forse estraneo a operazioni guerresche di qualche conto, non mi poteva andare a genio. Egli è per questo che sto facendo gli esami per essere promosso ufficiale di complemento.„

È così ch’egli anticipava, col pensiero, quello che poi avrebbe più tardi compiuto sul fatale campo africano.

L’eco del disastro di Amba-Alagi, seguito dall’eroica difesa di Makallè, svegliò dentro il cuore del giovane Bocconi una smania indomata di accorrere in Africa.

Ahimè! era la voce del destino che ve lo chiamava!

Ma come?... Con qual pretesto partire, senza spaventare i propri parenti?

Escogita uno stratagemma: ottiene da Crispi la tessera di corrispondente della Riforma.

— “Andrò in Africa portando meco una buona macchina fotografica... metterò insieme una collezione di vedute per farne omaggio al Sovrano...„

Era un pretesto. Venne creduto.... ed egli s’imbarcò.

L’Italia del popolo, in data del 3 febbraio, pubblicava:

“Ho saputo che sul Florio, partito per Massaua mercoledì sera 29 Gennaio, s’imbarcò un elegante giovane signore dell’Alta Italia, il quale dichiarava di recarsi al campo del generale Baratieri. Non volle dire il suo vero nome; anzi dichiarò che ne dava uno falso: quello di Bernacchi. Prese il biglietto d’imbarco anche per alcuni servi, e caricò sulla nave varie casse con armi, attrezzi da campo, e per cavalcatura. Non ho potuto sapere di più, ma cercherò scoprir qualche cosa...„

Era Luigi Bocconi.

Il giorno prima della battaglia di Abba-Carima — 29 febbraio 1896 — scrivendo da Entisciò al padre, egli si dice occupatissimo nei preparativi fotografici; e nella lettera, c’è questo passo: “Quanto a me, sta col cuore tranquillo. La vita che qui si conduce non è tale da ispirare timori. Appena ultimata la collezione destinata a S. M. il Re, prenderò la via del ritorno„.

Il pretesto — meglio — la bugia pietosa, continuava!

Chè, nemmeno confessandolo a sè stesso, ben altra era la ispirazione del suo cuore! Egli voleva, in qualche modo, prender parte al primo combattimento; voleva provare la sua carabina americana contro le orde nemiche; voleva, insomma, illustrare, in ben altra maniera, il proprio nome. Una specie di febbre di combattimento l’aveva invaso.