Pagina:Patria Esercito Re.djvu/282

264 parte prima


Pietro Brunetta, come qualche altro ufficiale superiore, venuto prima della Unità d’Italia dal forte Piemonte, suppliva in campo alla moderna scienza, con un valore antico; ed era l’ideale di chi, avendo un supremo comando, non vuole scienziati che discutano gli ordini, ma soldati arditi che sappiano eseguirli.

— “Con un reggimento di Bersaglieri comandato da Pietro Brunetta„ — ci disse Pianell un giorno — “io sarei sicuro di sfondare in campo più di un quadrato nemico!„

E Napoleone, dettando le sue memorie a S. Elena:

— “Se io ordinavo a Murat di attaccare e sbaragliare quattro o cinque mila uomini in una data direzione, era l’affare di un minuto. Occorreva sfondare tre o quattro quadrati inglesi? quello era il mestiere di Murat! L’impeto primo, lo portava sempre in mezzo al pericolo. I Cosacchi stessi lo ammiravano per la sua grande temerarietà!...„

E come Murat faceva pompa in campo delle ricche ed abbondanti piume del suo copricapo, e così il Brunetta faceva allegramente svolazzare le verdi piume del suo cappello, dove ferveva più accanita la lotta, dove era più grave il pericolo.

Immediatamente dopo la guerra del 1866, il 24° Battaglione Bersaglieri, comandato da Pietro Brunetta, veniva precipitosamente imbarcato, con altra truppa, per Palermo, dov’era scoppiata quel po’ po’ di rivoluzione, ch’è rimasta una dolorosa incognita per tutti!

A Palermo comandava allora il Corpo d’Esercito, il generale Calderina; la Divisione, il generale Righini di S. Giorgio.

I ribelli — chiamiamo così quell’amalgamana di maffiosi, di reazionari, di malviventi e di briganti — profittando che la città era sprovveduta di forze, alzarono barricate lungo tutta via Toledo e via Macqueda, accampandosi nella piazza del Palazzo Reale, dentro del quale i due generali sullodati erano lì lì per cadere nelle loro mani, destinati a un vero macello.

La bella città andava a sacco e a fuoco... Il palazzo del giovane sindaco, marchese di Rudini, divampava... Terrore e rovina dappertutto!... Guai se fosse tardato di un’ora sola il soccorso!

Ma eccolo, provvidenziale, colle truppe giunte in quel momento dal mare!

I primi salvatori sbarcati, sono i bersaglieri comandati dal maggiore Pietro Brunetta. Egli lascia a bordo la propria famiglia, la quale dal ponte della nave ancora fumante, lo vede a impegnare la lotta; e assiste, da