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i cavalleggeri di alessandria 249

cimenta, così a cuor leggero, in un’impresa navale di quella fatta.... neanche per quindici soli minuti!

Ma S. A., che vede, indovina e sorride, dice loro subito, per animarle:

— Avanti le dame.... che non temono l’imbarco!...

Era un ordine bell’e buono! Le signore s’imbarcarono a una a una, senza fiatare.... per non perdere l’equilibrio.

Erano: le contesse Albertini-Miniscalchi, Giuliari-Revedin, Guerrieri, Albertini-Ferrante, Serego Da-Lisca, Solaro Dal Borgo, marchesa Medici; Guglielmi, Bompiani, Bianco-Fusinato, Gemma-Bampa, Palazzoli.... in tutto, tredici per l’appunto!

Brutto numero per una spedizione.... navale! Ma, al numero, nessuna in quel momento badò; nessuna contò.... se no guai!

Tennero dietro alle dame, il Conte di Torino, il Sindaco, gli ufficiali superiori, e le rappresentanze dei reggimenti: poi, in coda, qualche marito.... così.... come rappresentante della legittimità.

Di questo brano di celia, dopo tanta roba seria, noi chiediamo perdono alle patronesse gentili: assicurandole che nulla in quanto diciamo, o diremo, si nasconde, o si nasconderà di meno che rispettoso. E tiriamo via.

Alla nave, come chi dicesse, ammiraglia, si unirono altre imbarcazioni per il seguito militare; si levò l’ancora, e si diè moto alla macchina; — macchina, per modo di dire, perchè le barche andavano avanti.... a remi!

Non tutte le patronesse, però, s’erano volute arrischiare sulle onde infide. Alcune erano venute sul posto, per terra ferma; vista la responsabilità che pesava sulle loro teste per il buon andamento generale del Gymkhana.



Alle diciassette e quindici, la flottiglia è in vista. Arriva felicemente a spiaggia fra gli applausi. I viaggiatori, e le viaggiatrici narrano che fu una rotta incantevole, rallegrata da una brezza deliziosa, e resa ancora più simpatica da quella unione originale di speroni.... e di remi.

Le tredici signore toccano terra trionfanti, meno che mai pensando, o accorgendosi, d’essere in tredici più che quattordici. Il quale numero tredici, inefficace in barca, doveva, pur troppo, influire colla sua azione deleteria, in terra.... un po’ più tardi.