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i cavalleggeri di alessandria | 237 |
saggio; decorando, cioè, la tavola, cui poco dopo doveva sedere S. A., di uno splendido ricordo.
A quella mensa, oltre tutta l’ufficialità d’Alessandria e le rappresentanze, sedettero pure alcuni privilegiati: e fra questi anche il nobile Cesare Galluzzi, già appartenente al reggimento, il quale nella giornata del 24 giugno, era stato per merito di guerra, da luogotenente promosso capitano.
Durante la colazione, S. A. ricordò le glorie di Alessandria, dicendosi lieto e commosso, e della solennità, e dell’accoglienza avuta.
E quelle memorie egli opportunamente rievocava, quando più tardi, intervenuto al rancio della truppa, accostatosi alle tavole imbandite nel grande quartiere, s’indugiò a discorrere famigliarmente con tutti i soldati che entusiasticamente lo acclamavano.
Era, anche questo, uno di quei quadri che rallegrano la vista, e confortano il cuore.
E qui non ci stancheremo mai di ripetere quanto bene facciano sul morale del soldato, la presenza, la parola di un Principe amato! Un sorriso, una stretta di mano, sono per quei vergini cuori, il più efficace contravveleno al tossico nascostamente loro somministrato dalle vipere delle sètte, che strisciano, mordono e fuggono!...
Fra i decorati della Medaglia d’argento al valore militare nella giornata del 24 giugno, incontriamo nell’elenco dei militari di bassa forza che più si distinsero, un certo Pietra Canna, sergente in Alessandria. Questo nome richiama alla nostra mente un aneddoto che ci narrava, poco tempo addietro, il colonnello Orazio Lorenzi, ora tenente generale, allora aiutante di campo di S. M. Re Umberto, e nostro buon amico. — Del quale aneddoto, egli accennò di volo nel suo interessante opuscolo recentemente pubblicato e intitolato Il Re Umberto a cavallo, per lasciare a noi il piacere di narrarlo più diffusamente.