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210 parte prima

visse — come, in quasi identiche condizioni, potè cavarsela il sottotenente nel 3° squadrone Guide, ora tenente generale, Vittorio Asinari di Bernezzo, del quale parleremo nella seconda parte di questo libro.

“Questo valoroso e simpatico ufficiale che abbiamo la fortuna di vedere spesso fra noi„ — dice, parlando del Rosini, l’opuscolo succitato — “e al quale invidiamo le traccie delle sciabolate austriache, ci è doppiamente caro, sia per le sue doti personali, sia perchè è l’immagine
Armando Vitali.
vivente della più bella gloria della nostra Alessandria.„

Gentile omaggio, al quale non resistiamo di aggiungere il nome di alcuni altri prodi, che non sono più; tre dei quali lasciarono, quel giorno stesso, la vita sul campo.

Vogliamo alludere al milanese Armando Vitali, ai tenenti Camillo Dal Verme e Mazzola, al capitano Marchesi de’ Taddei; e, sovra tutti, a quell’eroe temerario ch’era il colonnello Enrico Strada, comandante il reggimento Alessandria.

Armando Vitali era nato di famiglia nobile milanese, e fu uno dei nostri compagni volontari nel 1859. Per la rigidezza del suo corpo, così nell’andare che nel cavalcare, noi lo chiamavamo l’uomo di ferro; e fu un soldato modello, che di quel metallo risentiva davvero. Nel 1866 aveva il grado di luogotenente, e doveva in quei giorni passare capitano. Egli, ai primi di giugno, in una manovra in sulla Trebbia, cadendo da cavallo, s’era rotto la clavicola della spalla destra. Il suo colonnello volle che andasse a Milano in cura; nè mai si sarebbe sognato di vederselo, dopo pochi giorni, cioè il 23 dello stesso mese — non ancora guarito e nella impossibilità di maneggiare la sciabola — capitare davanti per chiedere, come atto di grazia, di volergli riaffidare il comando del proprio plotone!

Dapprima, pur ammirando la buona intenzione del Vitali, poco mancò che lo Strada non gli desse del matto; ma poi, furono tali le esortazioni di lui, che finì coll’aderire.

E la mattina del 24, mentre il bravo colonnello, alla testa di una piccola parte del suo reggimento, caricava a Villafranca gli Ulani, egli, il