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i cavalleggeri di alessandria 209

l’eroe dipinto. E non fu che ad Acqui, nel luglio 1884 — cioè diciott’anni dopo — ch’egli, raccontando per la centesima volta quel suo incontro in un crocchio di bagnanti, il milanese e compianto senatore Rinaldo Casati, lì presente, che aveva sentore del fatto, udito il racconto, esclamò subito:

El sarà el Stücch!

Fu per tal modo che il sottotenente delle Guide, e il volontario ferito d’artiglieria, poterono finalmente incontrarsi e abbracciarsi, dopo tanti anni! Ed è così che il Levi potè sapere dallo stesso in che modo la nera profezia del furiere dei bersaglieri, fosse stata sbugiardata. Perocchè lo Stucchi, raccolto in quel luogo dal padre e dal fratello, potè essere medicato e curato nell’ospedale di Brescia; d’onde ne uscì guarito.... ma lasciandovi in pegno.... un polmone, col quale visse fino al 1906. Possano questi cenni del loro caro essere di conforto — ahi, piccolo conforto! — al dolore della vedova ed alla sua figlia diletta.



Epperò, torniamo al quartiere di cavalleria che i veronesi chiamano Campone.

Sceso da cavallo S. A. R. il Conte di Torino, dopo rivolto un grazioso saluto alle dame — che affollate alle finestre del quartiere, assistevano alla cerimonia — stretta la mano ai presenti, si fermò davanti a due gentiluomini vestiti dell’abito borghese, decorati di croci e di medaglie al valore militare: i nobili Rosini e Tacchetti, veronesi.

Trovatosi in faccia al Rosini, il Principe si fermò in atto deferente. E il Principe aveva ragione!

Perocchè il sottotenente Rosini a Villafranca s’era coperto di gloria. Nell’impeto di una carica, avendo il keppy strappato da un ramo di gelso, s’era slanciato a testa nuda contro un manipolo di Usseri, che lo circondarono per farlo prigioniero. Si difese come un leone. Le numerose ferite ricevute alla teste, lo resero quasi cieco pel sangue di che grondavano; finchè, estenuato, cadde come morto sul terreno.

Raccolto boccheggiante verso sera, gli si riscontrarono sulla testa e pel corpo ben dieci ferite di taglio e di punta, di cui risente ancora il glorioso sì, ma poco comodo regalo; e alle quali miracolosamente soprav-