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206 | parte prima |
II.
1866. — Le note di Ulderico Levi. — Cesare Stucchi. — Vincenzo Tacchetti. — Luigi Rosini. — Armando Vitali. — Camillo Dal Verme. — Luigi Mazzola. — Alberto Bottagisio.
Il generale Alfonso Lamarmora il quale, come ognuno sa, nella poco lieta campagna del 1866, era Capo di Stato Maggiore generale dell’Esercito — quel Lamarmora che noi preferiamo di ricordare nella sua azione militare in Crimea; o, meglio, in quella più brillante, esplicata accanto al
gran Re Vittorio Emanuele nel 1859 — il generale Lamarmora, diciamo, il 19 giugno 1866, lanciava all’Esercito, già in assetto di guerra, quel famoso dispaccio:
“D’ordine di S. M. il Re, questa mattina si è mandata all’Austria la dichiarazione di guerra, avvertendola che fra tre giorni si darà principio alle ostilità. Salvo il caso che gli Austriaci non accettino quella dilazione di tre giorni, le ostilità incominceranno il mattino del 23. Durante questi tre giorni, le truppe dovranno guardarsi e prendere tutte quelle misure e precauzioni necessarie in faccia al nemico.„
Fu tale e tanto l’entusiasmo, il giubilo, che quell’annunzio sollevava in tutte le armi, da venire salutato con canti, balli, corse nei sacchi.... fino al punto di vedere gli ufficiali ballare coi propri soldati!