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i cavalleggeri di monferrato 181

Carminati, il Balegno. Oltre questi, tredici ufficiali, e 171 uomini di truppa, morti. Mancanti 177 — feriti 1080!

Tutto sangue italiano.

Tutti martiri immolati alla libertà, alla unità, alla grandezza della patria. Vittime volontarie e involontarie, eroi noti e ignoti, i quali non avrebbero certo pensato mai, che il sangue delle loro vene venisse, come viene oggi, così male rimunerato!



Dormite, dormite nei vostri sepolcri, nelle vostre fosse, o morti eroi della patria!... Non sollevate la testa dal guanciale di marmo su cui posate, o dalla terra che vi ricopre! La tentata distruzione dell’opera vostra, il parricidio orrendo, che due forze opposte, ma alleate nel male, vanno meditando, non disturbino il vostro sonno eterno!

Iddio, il Re, il suo Esercito, proteggano l’Italia! E voi, giovani ufficiali, voi cui ci siamo rivolti fin dal principio, tocca a voi tener viva nel cuore dei nostri soldati la fiamma dell’amor patrio, per mezzo di quella grande scuola che, pel popolo, fu sempre l’Esercito!

A voi narrar loro con discorsi, con scritti, con esempi, con popolari conferenze, per quale strada sparsa di martiri, d’eroismi, di sacrifici, di lagrime, è traversato vittorioso il tricolore dei vostri stentardi. Parlate loro del magnanimo esiliato d’Oporto; dell’immortale suo figlio, fattore della patria. Parlate loro del quadrato di Villafranca, ove il buon sangue dei Savoia si mescolò col sangue dei figli del popolo. — Fate sì che quei soldati, tornando alle loro case, portino seco, vive nel cuore e nella mente, quelle memorie sacre, per gittarle sdegnosi in faccia a coloro, che nulla avendo fatto per la patria, figli rinnegati e parricidi, attentano alla sua Unità!

Che se mai — ciò che Dio non permetterà! — quel veleno che serpeggia nelle città, e comincia a percorrere le campagne, tentasse infiltrarsi anche nei vostri ranghi.... Oh! allora, alla testa dei vostri squadroni, dei vostri plotoni, recatevi in pellegrinaggio agli Ossari che raccolgono le reliquie dei morti per la patria. Giunti là dentro, fate, — deh! — fate che i