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180 | parte prima |
Il sole, indisturbato ne’ suoi giri, annunciò intanto il proprio arrivo, tingendo di roseo orizzonte, uomini e cose. Si annunciò, salutato dalle bande dei reggimenti, echeggianti nell’aria coll’allegro suono della Bella Gigogin!
Strani contrasti della vita!
Uno spettacolo pietoso e grande si presentò allora ai nostri occhi, tonalmente aperti del tutto alla luce.
Intorno alle case, lungo le siepi, nei solchi, nei fossi, poco da noi lontani, e alcuni vicini quasi a toccarli, giacciono qua e là corpi di morti e morenti; quelli lasciati in abbandono, questi — e non tutti, pur troppo! — circondati dalle cure dei fratelli che tentano lenire le loro sofferenze. Qua e là cavalli erranti per la campagna; uno, fra gli altri, che si regge a stento su tre gambe, e perde sangue dalla quarta rotta e spenzolata, il quale ci guarda con occhio semispento, come a chiedere pietà. E, seminati per le terre, armi, vesti, oggetti diversi di amici e nemici, che fanno una strana cornice a Generali, a ufficiali e soldati, confusi insieme in quel grande uguagliatore ch’è il sonno anche per i vivi; e che, affranti dalle fatiche, ancora non si sono destati.
L’erba dalle zolle cruenti, baciata dalla notturna rugiada di una notte serena dopo l’uragano, irradiata dal sole, manda un vivace scintillio. E tutto come uno smeraldo lucido tempestato di diamanti.... e popolato di corpi umani.
Le musiche dei reggimenti continuano a gareggiare fra loro per svegliare gli ultimi dormienti.... E ci riescono.... Ma, ahimè! non riescono, coi loro suoni... a risvegliare chi è morto!
E noi, in quel momento, richiamati da altre considerazioni — per quanto ignoranti dell’arte militare — andavamo chiedendo a noi stessi il perchè della totale assenza, il giorno innanzi, della bella Divisione di cavalleria — nei reggimenti della quale noi contavamo tanti amici ansiosi di gloria — rimasta inoperosa a Lonato. Quella divisione, meglio di qualunque altra truppa, avrebbe potuto eseguire le ricognizioni del mattino; e attendere a sera a un efficace e utile inseguimento. Ma così non si fece.... non si volle fare.... e, mancato l’inseguimento, i nostri trofei di vittoria si ridussero a ben poca cosa: solamente cinque cannoni e pochi prigionieri!...
Il perchè di quell’assenza è ancora un’incognita, che sarà meglio non ricercare!
Gravissime furono le perdite della nostra Divisione.
Fra queste, mettiamo in prima linea un generale — l’Arnaldi — gravemente ferito sul campo e morto, come abbiamo detto, all’ospedale. Dopo l’Arnaldi, vengono subito tre dei colonnelli comandanti i quattro reggimenti di fanteria, impegnati fino dalla mattina sul campo: e cioè il Beretta, il