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i cavalleggeri di monferrato | 179 |
ribile a vedersi.... Ma egli agitava ancora le braccia come a segno di vittoria....
Povero Gamba!
Ricoverato più tardi in un ospedale, e sussidiato con affetto fraterno da Ernesto Turati, gli venne applicato una specie di mento posticcio, in argento. La sua sorte interessava noi tutti, e per qualche tempo si sperò ancora di salvarlo....
— Mi hanno messo il Manto d’argento.... — egli scriveva, in una lingua spropositata al suo protettore.
— Il Manto d’argento!!
Ahimè! dopo due mesi era morto: meritando, per davvero, il manto e l’aureola dei Santi!
Povero Gamba!
Ma riveniamo sui nostri passi. Quando, lasciato il Franchelli alle ultime cure degli ufficiali di Saluzzo, tornammo da Rivoltella, era già notte alta. Taceva da parecchie ore il fragore delle armi. Le truppe accampavano qua e là, sul terreno bagnato di sangue.
Il nostro reggimento serenava presso la Contraccania — ch’è la storpiatura di una cascina appartenente al conte Tracagni. — Ivi lo raggiungemmo: ed ivi, anche chi aveva avuto dianzi il sonno più duro della fame, trovò finalmente modo di confortare lo stomaco con un po’ di riso stracotto, somministrato in rancio a tutto il reggimento.
È inutile dire che, una volta buttati a terra, nessuno di noi ebbe bisogno di essere cullato per prender sonno e dormire della grossa!.... E chi sa che russata generale!.... È inutile dire, altresì, che nessuno di noi si curò di esaminare — nella voluttà del riposo — se, adagiandosi in terra, avrebbe dormito il sonno del vivo accanto al sonno eterno di un morto.... o alle membra sparse di un fratello.
Ce ne accorgemmo all’alba; quando l’allegra sveglia, suonata e risonata vicino alle nostre orecchie, ci fece a forza sbarrare gli occhi.