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178 parte prima

terie in mezzo al grandinare delle palle, davanti allo spettacolo di sangue, sereno, sorridente, imperterrito, percorreva, a sua volta, la fronte del plotone, come se si trattasse di eseguire un chassèz-croisez, durante una contraddanza in piena festa da ballo. E altra prova che il sangue era buono la offerse più tardi, nella carica in foraggieri descritta nel rapporto del capitano Avogrado, nonchè in quelle, più accanite, della sera; quando, mancatogli sotto il cavallo ferito, egli saltò sul primo che gli capitasse a portata di mano, e continuò.... la contraddanza!

“Questo giovane„ — scrive il capitano Avogadro nel detto rapporto — “fu ammirevole per tutta la giornata„.

Il Della Rovere, promosso coll’andar del tempo colonnello, ebbe poi la invidiabile fortuna, la soddisfazione immensa, di comandare quello stesso reggimento nel quale aveva fatto le sue prime armi. Noi, anzi, non lo rivedemmo che colonnello. Molti inverni avevano nevicato sulle nostre teste; e la fronte del timido giovinetto s’era allargata in una specie di piazza rosea e lucente. I peli biondi, la lanugine di Eurialo, si avvicinavano ai peli del vecchio principe troiano Anchise; solamente il tempo non aveva rubato alle sue labbra l’antica dolcezza del sorriso.

Passato più tardi generale, fu posto a disposizione del ministero.... Quella terribile parola: Disposizione che, perla maggior parte delle volte, significa agonia di una carriera!

Il marchese Giuseppe Della Rovere il buon Pinott ― oggi riposa dunque sugli allori.... ma allori autentici, e non di carta pesta....


Dal campione dell’aristocrazia, passiamo ora al campione della gleba dal nobile al plebeo. Passiamo al scaldato Gamba. Davanti a questo nome mettiamoci in posizione dell’attenti!

E ciò, specialmente, tornando a quei tempi in cui l’anima ingenua e sana del contadino, non era ancora, com’è oggi, avvelenata da teorie dissennate, che porterebbero la distruzione di tutto quanto abbiamo col sangue edificato. A quei tempi, quando l’effigie sacra di una patria libera e grande, e il miraggio della gloria, stringevano in un solo pensiero, in un sol vincolo, i figli del popolo coi figli dell’aristocrazia!

Il Gamba, soldato di leva, serviva da ordinanza al volontario Ernesto Turati. Nelle cariche della sera gli cadde vicino gravemente ferito. — Egli adorava il suo padrone — padrone per m(;do di dire — ed era uno dei soldati più arditi e allegri del plotone. Colpito da una palla che gli portò via una metà del mento, egli continuò per qualche momento a combattere. Quando, prima di precipitare di sella, volse la testa verso di noi, della sua faccia noi non avvertimmo che un lampeggiare strano degli occhi e, dal naso in giù, un enorme foro nero stillante sangue. Era una ferita or-