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174 parte prima

Francia avrebbe dovuto guardare come l’autore di una delle sue più grandi sventure.

— La Francia, mio caro — subito rispose — gelosa della propria storia, e delle proprie vicende, non guarda agli uomini che un giorno possono avere errato; scorda volontieri le loro sconfitte, per non ricordare che le loro vittorie. E così che voi avrete veduto, visitando le gallerie di Versailles, poco lontane dalle tele immortali che narrano agli occhi, e alle menti ancora meravigliate, i fasti del vincitore d’Austerlitz, conservate ed esposte con uguale cura, quelle che ritraggono le campagne d’Italia del 1859. In quelle tele voi avrete veduto spiccare, sopra gli altri, il sovrano, raffigurato in questo bel monumento che voi tenete, invece, con tanta cura, nascosto!.... Credetemi: non vi ha un solo francese che si sognerebbe di raschiare quelle tele, o di coprirle di un velo; non un solo francese che avrebbe il coraggio di portare offesa al sovrano condottiero, la storia del quale registra le vittorie di Magenta e di Solferino!... F poi e poi — continuò — anche noi siamo un po’ poeti come voi. Apprezziamo quel gran medico ch’ò il tempo. Noi dimentichiamo ciò che fu un male, per ricordare solamente ciò che fu un bene. Ma — aggiunse con grande espressione — ma sovratutto, vi è una cosa di cui ci vantiamo: noi non siamo insensibili a certi moti del cuore, che ci traggono a compiangere e rispettare la sventura. La Francia deve, è vero, a Napoleone III, la pagina di Sedan: ma Sedan non ha fatto dimenticare alla Francia le glorie d’Italia. Voi potrete ricordare Mentana, ma Mentana non deve farvi dimenticare il più efficace fattore della vostra libertà.

Così parlando, si giunse all’albergo Cavour. Qui ci lasciammo con una forte ed eloquente stretta di mano; e il francese, ancora incredulo, entrò ripetendo tre volte a voce alta:

— Curieux!.... Curieux!.... Curieux!

Quelle tre esclamazioni, quel mascherato rimprovero, uscito dalle labbra, non sospette, di un repubblicano, mi andarono dritte al cuore, chiamandolo alla realtà delle cose.



E come non richiamare la mente a quel giorno che leggendarie Aquile napoleoniche si disegnarono, benedette, sull’orizzonte italiano?.... Come non ricordare che, unite alla bianca croce del Labaro Savojardo, stesero vittorioso il volo da Montebello a Solferino?....

— Noi — disse il repubblicano francese — dimentichiamo volontieri il male, per rammentarci solamente del bene.... Noi non siamo sordi ai gentili moti del cuore.... Noi, sovratutto, ci vantiamo, di saper rispettare la sventura!....