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i cavalleggeri di monferrato 169

ci volle ad accendere il fuoco, bollire l’acqua e fare la polenta, il sonno e la fatica poterono in lui più che il digiuno!.... Seduto aspettando, sur uno scalino della stamberga, senza avvedersene, s’addormentò.... e dormì della grossa.... lasciando ai camerata l’incarico di divorare anche la parte che sarebbe toccata a lui.



Ma torniamo agli ufficiali di Saluzzo.

Comandante il bel Reggimento Saluzzo, era allora il colonnello Griffini — altro famoso cavaliere — e n’erano
 
Giovanni Govone,
capitano nei Lancieri di Foggia.
capitani i bravi: Bagnasco, Spinola, Boglio, Corrado Colli, Marchetti di Montestrutto. Luogotenenti erano lo Zanardi-Landi, lo Schiffi, il Cerutti, il Dogliotti; e, fra i sottotenenti, il Longhi e Giovanni Govone.

Giovanni Govone, che vogliamo qui rammentare con infinita dolcezza, rievocando i giorni passati insieme; quando, capitani entrambi nei Lancieri di Foggia, durante la campagna del 1866, e nelle tristi giornate di Palermo, dividemmo da buoni camerata le delizie del brigantaggio, quello dei Tribunali di guerra, col gusto delle fucilazioni.... e, più tardi, anche il colèra.

Il qual colèra a Palermo, nel 1866, fece una vera strage di cittadini e di soldati. Non risparmiò gli ufficiali; anzi fra questi rubò in poche ore a colui che scrive, il suo bravo luogotenente Pollone, giovane milanese pieno di ardire e di vita, il quale — triste sorte! — risparmiato dalle palle nemiche, doveva finire ingloriosamente i suoi giorni fulminato dal contagio, senza gli onori del soldato, privo del conforto di un parente.... portato via, lì per lì dai monatti, come gli appestati del Manzoni.

Il capitano Govone, aiutante maggiore in prima, avvertito subito del grave caso del Pollone, era anch’egli accorso al letto di lui nel momento che il poveretto, già nero in viso, veniva portato agonizzante al Lazzaretto. Trovatici soli noi due in mezzo alle traccie della morte, Govone si pose subito a redigere una specie di verbale, e fare l’inventario dei pochi gingilli — orologio, ciondoli, catena e denari — dal Pollone posseduti, per darne conto ai parenti lontani. Senza titubanza, ma turbato pel dolore, egli guardava, esaminava quei poveri avanzi, passandoli da una mano all’altra,