Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
146 | parte prima |
posizione, e preceduti da ricognizioni su due colonne a grande intervallo fra loro e affatto slegate.
Ed eccoci finalmente all’azione degli squadroni di Monferrato destinati alla III Divisione Mollard, la quale costituiva la estrema sinistra della linea di battaglia.
Il nostro reggimento, la sera del 23, si trovava alloggiato a Desenzano, in un ampio stallazzo prospiciente il lago. Nell’aria si sentiva odor di polvere. Ognuno istintivamente intuiva qualcosa di grosso: tanto che nessuno, buttandosi vestito sulla paglia, accanto al proprio cavallo, avrebbe scommesso di passarvi tranquillamente la notte.
Difatti, poco dopo il tocco, ecco la sveglia: ecco un gamellino di brodo unto e bisunto, poco desiderato in quel momento dallo stomaco; ma che fu tanta manna provvidenziale per chi durante tutta la giornata non doveva mandar giù nè un briciolo solido, nè una goccia liquida.
Fra sveglia e rancio, ecco il butta-sella, in mezzo a un buio pesto.
Allo scoccare delle 3, eravamo tutti in marcia!
La III Divisione doveva mandare quattro colonne in esplorazione. Ognuno dei nostri quattro squadroni doveva fornirne mezzo a ciascuna colonna.
Vedete un po’ che razza di sminuzzamento!
Due di queste colonne, composte di un battaglione di fanteria, di due compagnie di bersaglieri, di due pezzi di artiglieria e di mezzo squadrone Monferrato, dovevano percorrere la strada postale che, da Desenzano a Peschiera, costeggia il lago di Garda....
Un’altra di egual forza, doveva seguire la strada ferrata Desenzano-Peschiera.
La quarta, finalmente, dopo aver preso lungo la ferrovia, doveva volgere su Pozzolengo, per la via Lugana, alla intersezione di coteste due strade.
La metà del primo squadrone venne addetta alla ricognizione dell’estrema sinistra, quella costeggiante il lago. Passata appena la penisola di Sermione, un po’ più verso Peschiera, si fermò, e i cavalleggeri fecero pied-a-terra. Dopo scambiato qualche colpo di moschetto contro alcuni cavalieri nemici, che a quando a quando, apparivano sulla strada, e sparivano, quel mezzo squadrone fu richiamato verso Rivoltella, e nel retrocedere funzionò da retroguardia. A questo mezzo squadrone apparteneva pure il volontario Luigi Majnoni, di cui abbiamo parlato.
La metà del secondo squadrone, quello cui aveva l’onore di appartenere lo scrittore di questi cenni, seguì invece la quarta colonna — che da Desenzano, lungo sempre la ferrata, doveva poi prendere per la via Lugana, e dirigersi a Pozzolengo, — destinata così a trovarsi, mezz’ora dopo, sul campo, in piena battaglia.