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138 | parte prima |
articolo su Montebello — “in quell’Era spartana di parche ricompense...„
Il volontario in Monferrato nobile Franco Fadini, del quale diamo il ritratto da ufficiale, venne allora colpito allo stomaco da una palla tirolese che, miracolosamente sviata dalla cassa dell’oriolo, gli scivolò fra carne e pelle senza toccare gli intestini. Fu una ferita dolorosissima, la quale, se pur lo inchiodava in un ospedale fino a guerra finita, gli recava almeno in dono la Medaglia d’argento al valor militare, non certamente frodata!
Gli austriaci si erano slanciati contro il caduto colonnello per impadronirsene: e, fra gli altri, un ufficiale avendo stesa la mano per intimare la resa, il soldato Fadini, gli si scagliò addosso e lo disarmò ferendolo. Un soldato puntò allora una pistola contro il colonnello Morelli, e il Fadini gettatosi innanzi alla pistola, trapassato dal proiettile, cadde accanto al colonnello. I soldati Bossi e Albene accorrono come leoni sugli austriaci, e ne rompono i cerchi. Arrivano altri italiani.... i corpi di Morelli e Fadini vengono trasportati all’ambulanza.... Morelli spira dopo poche ore; ma Fadini guarisce e vive anche oggi vegeto e sano, non dimentico di dover la vita alla miracolosa callotta del suo orologio.
Col Fadini, ricordiamo anche il buon furiere Manera, promosso ufficiale per merito di guerra e Luigi Mazzoni — decorato anch’egli più tardi in seguito a reclamo — il Mazzoni, che fu poi ufficiale d’ordinanza di S. M. Vittorio Emanuele, e che morì pochi anni sono, luogotenente colonnello comandante il distretto di Monza.
Ma qui il dovere ci conduce, dopo parlato dei prodi di Monferrato, a scrivere il nome di altri due ufficiali morti sul campo: quello del barone Edmondo de Blonay, tenente in Aosta, e del conte Onofrio Scassi, sottotenente nei lancieri di Novara.
Il conte Onorio Scassi, patrizio genovese, cadde al ponte di Casteggio, come Plutarco narra che cadessero gli antichi eroi. Pennelli di artisti, penne di letterati, celebrarono la sua morte. Assalito egli da mezzo squadrone di Ulani, dopo una leonina difesa, piuttosto che fuggire, preferì di morir combattendo con cento piaghe aperte nel baldo corpo gentile!