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132 parte prima

pagavano di persona, quei valorosi tornarono sei volte alla carica, rompendo, ciascheduna volta, le teste alle colonne nemiche; sicchè un terzo di loro rimase sul terreno.

“Il colonnello Morelli cadde mortalmente ferito, caricando, la sciabola in pugno, alla testa del suo distaccamento.

“Finalmente, dietro ordine del maresciallo Baraguey-d’Hilliers, la Divisione Forey apparve sul campo di battaglia. I suoi reggimenti arrivarono al passo di corsa slanciandosi alla bajonetta contro le posizioni occupate dalle bianche uniformi.

“Si dovette prendere e riprendere Montebello accanitamente difeso da forze superiori. Si precipitò a testa bassa nelle strade del villaggio, pei campi, per gli orti, in mezzo ai giardini. Si presero le case d’assalto; e lì, la terribile bajonetta compì la sua opera di distruzione.

“Le vie erano coperte di cadaveri; piene le case.

“Gli Austriaci, cacciati dal villaggio, si trincerarono nel camposanto. Si affrontarono all’arma bianca, scavalcando i muri. Morti sopra morti; e gli austriaci, rotti, incalzati, rincorsi, dovettero battere in ritirata, lasciando il campo di battaglia in mano degli alleati.

“La vittoria costò cara. Circa seicento furono i morti e i feriti degli alleati. Degli austriaci, duemila circa; non compresi duecento prigionieri, fra’ quali un colonnello.„

Abbiamo volentieri riportato, in parte, questa lettera del Poplimont, perchè a noi parve che la parola di uno straniero avesse in questo caso più valore di qualunque nostro apprezzamento, di qualunque relazione di parte nostra; perchè in lui, francese, avrebbe potuto prevalere, anche incoscientemente, il bisogno di passare di volo sulle nostre glorie per calcar la penna su quelle de’ suoi connazionali.

Egli invece rende imparziale — e a volte esagerato — omaggio ai nostri soldati, rammentandone i nomi e le virtù.

Ed ora veniamo a ciò che più direttamente ci sta a cuore: veniamo alla parte presa in quella giornata dal reggimento Cavalleggeri di Monferrato, e da’ suoi ufficiali.

Si sa che questo reggimento, scoppiata la guerra e cominciate le ostilità, aveva coperto la ritirata dei vari Corpi che si andavano concentrando sul Po; e aveva protetto i lavori d’innondazione, che nella Lomellina dovevano ritardare la marcia dell’esercito nemico; il quale, varcato il Ticino, aveva il 23 aprile 1859, preso l’offensiva.

Il reggimento accantonatosi in Alessandria, dopo una marcia forzata e sotto un’acqua dirotta, ebbe il 7 maggio l’ordine di tenersi pronto alla partenza.

A mezzogiorno il terzo e il quarto squadrone, guidati dallo stesso co-