![]() |
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. | ![]() |
106 | parte prima |
liamo più avanti, accoppiandone il nome a quello del suo illustre compagno nella morte, al nobile Carlo De Cristoforis, caduto col Battaglia a San Fermo.
Qui, del Battaglia ci limitiamo a riprodurne l’effigie, tolta da un suo busto in marmo; l’unica che ci venne fatto di trovare, esumandola dalla raccolta di ritratti de’ volontari milanesi, conservata religiosamente nel nostro Museo del Risorgimento.
Giuseppe Robecchi! — Anco lui è uno di quei milanesi, i quali, e come cittadini e come soldati, consacrarono mente e braccio al bene e alla libertà della patria. Anco lui è uno di quei milanesi, i quali, fino dal primo giorno della riscossa nazionale, e durante la sua preparazione, diedero, alla grande causa, corpo ed anima.
Riprese le ostilità nel 1849, ecco ancora Robecchi coll’armi in pugno alla difesa del Vascello a Roma. Assiste ivi alla morte di Luciano Manara e riesce a condurne a Milano le care e venerate spoglie.
Nel 1859, andò capitano nei Cacciatori delle Alpi, nelle quali file è segnalato come uno dei valorosi.
Legislatore, statista, amministratore nei consigli della sua città, prudente e saggio. Il 26 novembre 1884 è nominato senatore del Regno. Morì il 22 febbraio 1898.
Più, e meglio, di qualunque nostra