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vecchi fasti | 95 |
qualsiasi forma di ricompense o di onori, avrebbe creduto, ricevendone, di coprire di un velo la fama radiosa del proprio nome.
L’intima amicizia che lo aveva per tanto tempo legato a Giuseppe Mazzini, durò intera fino al 1850; nel quale anno egli lo tenne nascosto per parecchio tempo nel proprio villino di Rosenek presso Losanna; e di là, con grave pericolo della testa, lo aveva accompagnato fino ad Ostenda, traversando con falso passaporto la Francia, la Germania ed il Belgio. Imbarcatolo felicemente ad Ostenda, in rotta per l’Inghilterra, non abbandonò di vista la nave finchè non seppe l’amico suo al sicuro. È inutile aggiungere che di tante prove di amicizia Giuseppe Mazzini serbò sempre dolcissima memoria.
Senonchè il Rosales principiava, fino da allora, a dissentire dai mezzi che il grande agitatore ideava per fare scoppiare la rivoluzione nella Lombardia; e, per quanto era in lui, andava dissuadendolo. Fu per questo, forse, che Giuseppe Mazzini, più tardi, da Lugano, sperando di vincere le dubbiezze dell’amico, gli scriveva:
Lugano, 15 Novembre 1852.
- “Rosales mio,
“Tu mi sei stato amico. Lo sei ancora? Mi hai dato l’ospitalità; dura essa nel corpo tuo, e nell’anima, verso colui che stimavi e col quale avevi comunione sacra d’affetti?
“L’eco delle fucilazioni delle Romagne, la nuova delle bastonature Lombarde, il ferro di Damocle sulla testa de’ tuoi compaesani imprigionati in Mantova, ti danno la febbre come a me?
“Abbila, comunicala ad altri. — Lascia per dieci giorni tutti i riguardi, tutte le debolezze umane: insisti, prega; ma fa denaro coi tuoi amici — parla in nome del paese, e dell’onore, poi in nome del popolo, che avvertito da me, ti tasserà del decuplo, se ricusano. Fa denaro e presto....
“Dio Santo! che tutti gli imbroglioni debbano trovare denaro pei loro bisogni illeciti, e che il Partito Nazionale non possa trovarne, è troppa vergogna.
“Dio ti benedica, per tutti gli sforzi che farai, e ricorda con un po’ d’affetto il tuo
“Giuseppe.„
Ma Rosales non si persuase; e, purtroppo, l’episodio tragico del 6 febbraio a Milano, venne a dargli ragione!