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tuoso saluto. Voi rappresentate quella podestà che è ordinata da Dio ed è ministra di Lui per il bene (S. Paolo ai Rom. XIII.); ministra di bene, perciò ministra della pace che secondo la definizione di S. Agostino è la tranquillità dell’ordine. A promuovere insieme questo bene, questa pace, noi ci scambieremo l’aiuto opportuno; e un aiuto efficace lo invocheremo da Dio che è principio dell’autorità e che l’avvalora comandando a tutti di esserle sottomessi non solo per timore ma per coscienza, minacciando eterno castigo a chi le oppone resistenza. (S. Paolo, ib.).

Ora a ciascuno de’ miei dilettissimi figli vorrei, se fosse possibile, indirizzare una parola di affetto, un saluto di pace. Abbiatela tutti questa pace che l’amor mio vi desidera; nè mai il maligno angelo, insidiatore antico di lei, possa farvela perdere colla ribellione alla divina legge. Mantenetevi ubbidienti alla Chiesa che la stessa legge vi insegna ad osservare amorosamente, e col cuore inondato di pace vivrete in quella vita di carità che è un’immagine, la migliore immagine che si possa formare quaggiù della vita celeste.

Essendo la preghiera uno dei principali atti di questa vita di carità, lasciate, o dilettissimi, che io vi rivolga un caldo invito a pregare. Sì, innalzate a Dio i vostri cuori e pregate. E primieramente pregate pel Sommo Pontefice Leone Papa XIII. Nel giorno in cui preconizzò il vostro Vescovo uscirono dal suo labbro, e più che dal labbro dal paterno cuore, belli auguri di pace per la cristianità, anzi per tutte le genti; poichè alla diffusione in ogni parte della terra dell’evangelo di pace mirano