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sì vivamente lo commosse da fargli scrivere una lettera, in cui versò tutto il paterno suo cuore nel ringraziare Iddio, e nello esternare la sua gratitudine verso li suoi figli, che cercarono di alleviare in tante e sì affettuose maniere i suoi dolori.

Ora però che il gran Pio nell’imminente ventesimo terzo giorno di questo mese sta per raggiungere non solamente gli anni, ma i giorni del Pontificato di S. Pietro in Roma nulla più dovranno fare i figli avventurati di tanto padre?

A Noi pare, che se, ogni cosa considerala, e attesa la tristezza dei tempi che corrono, non convenisse per avventura di rinnovare i festeggiamenti che anche in questa Nostra Diocesi ebbero luogo dal 16 al 21 giugno p. p., e superarono ogni Nostra aspettazione, nessuno potrà esimersi almeno dall’obbligo sia di ringraziar solennemente la divina Provvidenza per questo che dir si potrebbe portentum omnium saeculorum, sia di implorare ancor più lunga vita al medesimo Santo Padre, onde possa vedere il trionfo della Chiesa.

Affinchè però le preghiere siano degne di essere esaudite, è necessario che le anime si pongano in grazia di Dio, col sacramento di riconciliazione. Quindi è che il più sentito rallegramento che far si possa alla Santità di Nostro Signore per lo enunciato faustissimo avvenimento, quello è sicuramente di poterlo accertare che i fedeli in siffatti auspicatissimi giorni sonosi accostati ai santi Sacramenti, e con lui si sono uniti in ispirito nell’assistere al grande Sacrificio che egli promise di offerire a Dio in ringraziamento del benefizio affatto singolare che ha ricevuto, e di cui partecipano tutti quanti i figli della Chiesa.

Lasciando poi alla pietà, al fervore, allo slancio religioso la scelta fra i tanti mezzi, con cui i fedeli di altre diocesi si adoprano a segnalare un fatto così straordinario ed inaudito nella serie dei Romani Pontefici, Noi commendiamo assai l’appello che il