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Ricoverar il suo. Ma che più tardo
A publicar le sue vergogne? Certo
Non fù mai sì famosa, nè sì chiara
La chioma ch’è la sù con tante stelle
Ornamento del ciel, come fie questa
Per la mia lingua, e molto più colei
Che la portava, eternamente infame.
CHORO
(Cagion del nostro male)
Che le leggi santissime d’Amore,
Di fè mancando, offese:
Poscia ch’indi s’accese
De gli immortali Dei l’ira mortale,
Che per lagrime, e sangue
Di tante alme innocenti ancor non langue.
Così la fè d’ogni virtù radice,
E d’ogn’alma ben nata unico fregio
La sù si tien’in pregio.
Cosi di farci amanti, onde felice
Si fà nostra natura,
L’eterno amante ha cura.
Ciechi mortali voi che tanta sete
Di possedere havete,
L’urna amata guardando