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   O pastori accorrete, e rimirate
   Il magico stupor di chi se’n fugge,
   E vive senza capo. come è lieve,
   Quanto hà poco cervello. e come il sangue
   Fuor non ne spiccia? ma che miro? ò sciocco,
   O mentecatto. senza capo lei?
   Senza capo sè tu. chi vide mai
   Huom di te più schernito? Hor mira s’ella
   Hà saputo fuggir, quando tu meglio
   La pensavi tener? perfida maga
   Non ti bastava haver mentito il core,
   E ’l volto, e le parole, e ’l riso, e ’l guardo,
   S’anco il crin non mentivi? ecco poeti,
   Questo è l’oro nativo, e l’ambra pura
   Che pazzamente voi lodate. homai
   Arrossite insensati, e ricantando,
   Vostro soggetto in quella vece sia
   L’arte d’una impurissima, e malvagia
   Incantatrice, che i sepolcri spoglia,
   E dai fracidi teschi il crin furando,
   Al suo l’intesse, e così ben l’asconde,
   Che v’ha fatto lodar quel, che abhorrire
   Dovevate assai più, che di Megera
   Le viperine, e mostruose chiome.
   Amanti hor non son questi i vostri nodi?
   Mirate, e vergognatevi meschini.
   E se come voi dite, i vostri cori
   Son pur quì ritenuti, homai ciascuno
   Potrà senza sospir, e senza pianto


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